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dimanche 14 mars 2010

INTERVIEW DE GIANFRANCO PERENO PAR "SE SCRIVENDO"




Scrivere per condividere idee e riflessioni:


La tela del diavolo di Gianfranco Pereno.


È un romanzo complesso e provocatorio quello di Gianfranco Pereno, grafico pubblicitario da qualche anno residente a Lio Grando.
Ci si deve districare fra citazioni di saggistica, fantasy, teologia, fisica e, data la formazione dell'a...utore, arti visive.
Il “pretesto” narrativo che fa da collante a questo turbine di idee sono due thriller, o meglio le due facce di uno stesso thriller, vissuto come demone dell'inconscio o come oscura e sadica spinta ad uccidere. Fanno da location al romanzo la città e la laguna di Venezia, luoghi che con la magia si sposano piuttosto bene.
Chiediamo maggiori dettagli all'autore stesso.

Da dove ti è venuta l'idea di scrivere un romanzo così denso?

Non mi considero uno scrittore ma un buon lettore. La decisione di scrivere un libro è venuta per caso, perchè avevo voglia di stravolgere i consueti meccanismi che riscontravo leggendo romanzi polizieschi.

Ho trovato il libro pieno delle tue letture e dei tuoi percorsi artistici, come ad esempio i quadri a cui si ispirano i due killer.

Si, mi sono formato all'Accademia di Belle Arti e poi ho aperto uno studio pubblicitario. Ho sempre lavorato con l'immagine, e quindi di conseguenza si può dire che il mio libro abbia un taglio cinematografico. Inizialmente non pensavo neanche di scrivere un romanzo ma di buttare giù delle idee, poi quasi magicamente il libro ha preso una sua forma autonoma, tant'è che a seguito di questo ne ho scritto altri.

Come abbiamo già detto nel libro vengono toccati moltissimi argomenti. Non avevi paura di spaventare i lettori mettendo tutta questa carne al fuoco?

C'è la mia storia di uomo e gli interessi che mi hanno accompagnato fin'ora. Ad esempio i personaggi delle sorelle Jimbutas si ispirano ad un' archeologa lituana realmente esistita, che ha condotto degli studi molto approfonditi su una civiltà pre-indoeropea di stampo matriarcale. Ovviamente sono percorsi poco battuti dalla storiografia classica, ma veramente interessanti per il tipo di civiltà pacifica che trattano. Questo secondo me potrebbe essere un buon argomento di discussione. Purtroppo quando ci si ritrova anche fra amici si tende a parlare del più e del meno. C'è una sorta di reticenza ad affrontare argomenti più vicini al sentire di ognuno. Quando si riesce a vincere l'imbarazzo e a lasciarsi andare, si è fatto tardi e ognuno ritorna a casa propria. Io sento fortemente la necessità di condividere delle riflessioni che toccano l'interiorità o la curiosità delle persone, e un libro a mio parere, è un modo meraviglioso di dialogare.

Il libro ti sfida a leggerlo nonostante gli aspetti inusuali che tratta. Come pensi che verranno accolti viaggi nel tempo, draghi e streghe?

Mi sono ispirato ad argomenti presenti nell’immaginario collettivo, ma comunque, consapevole della difficoltà di quello che volevo raccontare, ho optato per una partenza del libro abbastanza lenta, per dare modo a chi legge di sintonizzarsi con qualcosa che non appartiene al quotidiano.Poi magari qualcuno avrà voglia di approfondire. E questo darà un senso al libro stesso.

Susanna Enzo